LA SOCIETA' DELLE SENSAZIONI

"E così desiderate unirvi ai Sensisti, amico mio?"
Lo sussurrò rivolta a me, dall'altro lato della stanza, e di colpo mi sentii attratto dalla sua voce, provai un desiderio immenso, insostenibile, di raggiungerla - Erin Darkflame Montgomery, Factol dei Sensisti. Mi trovavo in una piccola anticamera dell'enorme edificio conosciuto come la Sala Delle Feste Cittadine, faccia a faccia con lei. I miei occhi incontrarono i suoi, e per un momento mi sentii come se stessi nuotando nel suo sguardo, in due splendidi laghi verde smeraldo. Ma ciò che feci fu semplicemente sorridere imbarazzato e rispondere "No, mia signora, temo di no."
Fece alcuni passi verso di me; la sua gonna chiara di velluto brillava alla luce delle candele. "Sì, avrei potuto intuirlo fin dal vostro primo passo sul tappeto di questa stanza", disse, freddamente. "Avete passato molte peripezie per potermi vedere, signore. Qual'è il vero motivo per cui siete qui?"
Scossi il capo lentamente. "Credetemi, mia signora, l'idea mi tenta, ma non posso unirmi alla vostra fazione - il mio lavoro me lo impedisce."
"Il vostro lavoro?" Le sue parole furono accompagnate dall'inarcarsi delle sue sopracciglia castane.
"Sì, mia signora. Sono un inviato del Tempus Sigilian."
"Hmph.", disse, apparentemente poco colpita dalla notizia. Forse capiva che stavo mentendo? "E questo cosa ha a che fare con me?"
"Vorrei intervistarvi...Scoprire qualcosa sulla vostra fazione." dissi gentilmente, sicuro di averla ingannata. "Il mio incarico era-"
"Oh, via... Cosa vi fa pensare che vi concederei un'intervista del genere?", interruppe Erin fulminandomi con lo sguardo e incrociando sul petto le sue nude braccia sinuose.
La fissai senza esitare, senza nemmeno cercare di nascondere la tremante ammirazione - o forse paura? - che provavo nei suoi confronti. Poi le presi il viso tra le mani e la baciai con tutta la passione di cui fui capace.
Mi allontanò gentilmente, un lieve sorriso compiaciuto adornava il suo viso perfetto. "Ho paura che questa non sia una ragione sufficiente, amico mio."
Sorrisi a mia volta. "Allora cosa mi dite di questa ragione, mia signora: non siete mai stata intervistata, prima d'ora."
Montgomery esitò per un attimo, prendendo fiato, poi inclinò il capo e si abbandonò a una risata dolce, cristallina, mentre i suoi capelli color rame danzavano lungo le sue spalle di porcellana al suono di quella musica.
"Oh, sì, adesso non posso rifiutare!", fece un cenno verso il divano damascato dietro di lei, e ci sedemmo entrambi. Mi fissò per un momento, incuriosita. "Molto bene", disse infine, "ma dovrò essere io ad approvare o meno la pubblicazione del vostro articolo."
"Non è una cosa che permettiamo, di solito, mia signora", dissi esitante. Forse sospettava qualcosa, dopo tutto?
Sorrise, un'espressione vagamente divertita le illuminava il volto.
"Nemmeno io racconto il buio su me o la mia fazione al primo che passa, di solito. Questa è la mia proposta, dritto. Prendere o lasciare!"
Alzai le mani in gesto di resa, ridendo. "Accetto la vostra proposta, mia signora, accetto!"
Mi fissò di nuovo: c'era un tale fascino nei suoi occhi, in tutto il suo corpo, e all'improvviso compresi che, in quel momento, ero seduto con una persona che mi avrebbe dato tutta se stessa - che sarebbe stata totalmente nel momento presente, qui e ora, con me, che avrebbe fatto di me l'unica cosa veramente importante della sua vita, anche se solo per la durata di una conversazione. Ne fui così affascinato che rischiai quasi di rivelare il mio segreto, che rischiai di accennare al fatto che, in realtà, non ero veramente l'inviato di un qualche ridicolo giornale da due verdi.
Ma riuscii a restare lucido, nonostante tutto. Ed ecco come sono riuscito a scoprire il buio di Erin Darkflame Montgomery, Factol dei Sensisti.

- Rathvold Rathson



(Questa breve introduzione è dedicata alla memoria di Rathvold Rathson. La povera zolla fu trovata morta pochi giorni dopo avermi consegnato il materiale ottenuto, e quasi tutto fu sottratto dai miei archivi privati prima che potessi ordinarlo e pubblicarlo. Per quanto la sua morte sia certamente una tragedia, sono certo che Rathson sarebbe stato d'accordo con me quando dico che, dei due crimini commessi, quello più grave è stato il furto delle verità da lui raccolte. - L'Editore)


Sentire, Vivere, Conoscere



(Factol Montgomery fu più che felice - senza ulteriori pressioni da parte di Rathson - di parlare della sua fazione, mettendo in ogni sua frase la passione tipica di un vero Sensista. Lasciamo dunque a lei la parola. - L'Editore)

Essere un Sensista è, secondo me, la cosa più bella che si possa desiderare di essere, nei piani - a patto di essere dei veri Sensisti. Vedete, la Società della Sensazione ha migliaia di membri, ma molti lo sono semplicemente per i piaceri che ne derivano. Non capiscono che essere Sensisti significa essere molto, molto di più. Non per questo vengono scacciati dalla fazione, comunque, perchè sono utili in ogni caso; molti lavorano nella Gabbia, in quasi tutti i campi, ed è utile averli come contatti. E poi, c'è sempre speranza, per ognuno di loro. Molti, con il tempo, arrivano a capire che la vita è molto di più del piacere che cercano.
Ogni cultura ha delle persone che sanno - no, che si permettono, di lasciar scivolare via le loro inibizioni personali. E' quello che cerchiamo di fare anche noi. Ed è la volontà di provare qualunque cosa, che sia fisica, cerebrale, mentale, emozionale, ciò che rende possibile riconoscere un vero Sensista. E' l'essere in un tale stato di consapevolezza e attenzione che la paura non trova più spazio nella mente - rimane solo il desiderio di sperimentare la prossima sensazione che arriverà, il prossimo ora. Un Sensista rifiuterà una nuova esperienza solo se questa dovesse costargli la vita, capite? Viviamo ogni momento come se fosse l'unico che abbia mai veramente avuto importanza, sempre alla ricerca di nuove sensazioni, nuove esperienze, nuove realtà, nuove prospettive - qualunque cosa possa aiutarci a comprendere il multiverso nella sua interezza.
Purtroppo, questo nostro voler provare tutto, senza disprezzo o ripugnanza, ha un suo prezzo: alcune delle altre fazioni ci vedono come niente più che semplici ubriaconi, o debosciati, capaci solo di perdere tempo. Zolle come i Giustizieri, il Cenacolo dei Depressi, i Custodi del Fato e i Cinerei sono teste di cuoio, dal primo all'ultimo. Addirittura, ai Custodi piace l'idea che un Sensista si distrugga lentamente attraverso le esperienze che vive, e pensano che un gruppo di Sensisti ubriachi possa portare avanti la causa della loro amata entropia. Sono fazioni troppo cieche per vedere che la verità è in ogni cosa. Ed è sperimentando ogni cosa che possiamo cogliere quella verità.
Ma comprendiamo anche il dolore che deve causare il vivere secondo filosofie così rigide, e facciamo del nostro meglio per lenire un po' la sofferenza altrui attraverso il divertimento. "Il Piacere è il balsamo per placare la rabbia", dicono. E converrete con me che senza la Società della Sensazione - senza i piaceri che mettiamo a disposizione nella Gabbia - quasi chiunque diventerebbe uno sballato, qui dentro. Troppe cose tutte insieme, troppe passioni e desideri e pensieri e idee che lottano tra loro per sopravvivere. E noi siamo la valvola di sfogo per chi non ne può più.
Si batte che, tanto tempo fa, la Gabbia fosse un posto molto più organizzato, molto meno frenetico. Ma i tempi cambiano, non è vero..? Nel corso dei millenni, Sigil ha finito per attirare esseri di tendenza più - come posso dire - caotica, ecco. Strane creature, e filosofie ancora più strane, giunsero a Sigil perchè fosse la loro casa. Le forze della legge e del caos, del bene e del male, si mischiavano tra loro, e solo chi era davvero neutrale ne era risparmiato. A quei tempi, quasi sette secoli fa, i Sensisti non erano una società vera e propria, erano solo un gruppo di persone che si riunivano di tanto in tanto per piacere personale, per condividere le proprie esperienze. Progettavano qualche breve viaggio - qualcosa come una visita panoramica a Carceri, per esempio - o portavano qualche strano tipo di intrattenimento trovato chissà dove nei piani, senza farsi notare troppo. Ma si diffusero voci di questo gruppo, e altri vollero unirsi a loro. Oh, naturalmente c'è chi dice che i nuovi arrivati non erano che nobilotti annoiati, ubriaconi, o semplici curiosi. Ma i rossi più saggi sapevano che la Gabbia stava entrando in una nuova era, ai tempi, ed era arrivato il momento di un po' di apertura mentale che rinfrescasse la situazione. E i primi Sensisti capirono in fretta che avrebbero potuto guadagnare qualcosa dall'assecondare i desideri di ogni zolla che li cercava. Moltissimo denaro fu speso per finanziare la costruzione della Sala delle Feste Cittadine, un palazzo che accogliesse ogni intrattenimento possibile, proveniente da ogni parte del multiverso. Come un leucrotta addestrato che saltella tra cerchi di fuoco recitando poesia lirica Ardistaniana. O la registrazione della nascita di un cambion, con il padre balor accanto alla madre, che le tiene la mano e le asciuga la fronte sudata. Cose del genere, e molto altro. Persino oggi, anche se ormai tendiamo verso obiettivi più... cerebrali, i Sensisti di tanto in tanto si concedono divertimenti del genere.
E poi, già ai tempi, tutti i nuovi arrivati a Sigil avevano bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi per comprendere il multiverso, non trovate? Soprattutto i primevi, sono così sperduti quando capiscono che c'è molto di più dei piccoli mondi in cui hanno vissuto! E noi Sensisti eravamo già allora un gruppo rassicurante, disposti ad accettare chiunque. Anche se, forse, a quel tempo eravamo un po' troppo disposti ad accettare davvero chiunque. Babbi che non erano veri Sensisti provavano le stesse esperienze notte dopo notte, la stessa euforia, gli stessi piaceri. E così, accontentandosi di un solo stimolo, non riuscivano neanche a comprendere come qualcuno potesse desiderarne altri. E, no, questo non è essere Sensisti.
Ma a Sigil, ovviamente, vennero a formarsi anche altre filosofie. Si dice che ci fosse una fazione, o due, o tre, per soddisfare le aspettative di chiunque - tutte quante sicure di conoscere il buio del multiverso, e tutte quante impegnate a reclutare quante più zolle possibili. Un dritto abbastanza sveglio da chiedere un pagamento per la sua iscrizione poteva fare un bel po' di grane unendosi a una mezza dozzina di fazioni ogni giorno! Caos, non era altro che caos. E, come saprete, la Signora del Dolore decise di intervenire, con quel famoso decreto che ridusse le fazioni a quindici soltanto. E credo che sia stata una buona idea - probabilmente, se non l'avesse fatto, sarebbe scoppiata una guerra civile a Sigil.
Molte fazioni caddero, in quel periodo, ma i Sensisti erano troppo forti per svanire nel nulla. Certo, durante gli sconvolgimenti perdemmo molti membri, ma fu quasi una benedizione, perchè ci permise di diventare più selettivi nelle scelte future. Votammo un factol che riuscisse a riorganizzare la Società, e così riuscimmo a sopravvivere. Accettiamo ancora ogni dritto che voglia diventare namer, che sia buono o malvagio, legale o caotico, primevo o planare - quello che importa è che sia mosso da un desiderio sincero di provare, sperimentare ciò che il multiverso ha da offrire. Deve davvero voler assaggiare dozzine di tipi di miele diverso, assaporarli uno per uno, comprendere i pregi e i difetti di ognuno. E deve convincerci della sua sincerità. E, come voi stesso avrete notato, amico mio, sappiamo riconoscere chi è sincero e chi non lo è in un batter d'occhio.
Ciò non vuol dire che non abbiamo degli obiettivi anche noi, ovviamente. E' solo che i nostri piani per il futuro non sono stupidi come, diciamo, quelli del Duca Darkwood. Il factol dei Destinati ha intenzione di governare la Città delle Porte - si sa. Ma noi Sensisti, a modo nostro, gestiamo già la città: non abbiamo bisogno di una dichiarazione formale che dica che ci appartiene. In questo momento, ci sono più di quarantamila Sensisti nella Gabbia. Se li mandassi via da Sigil, potete star certo che sarebbe guerra civile entro la fine della nottata. Dopo tutto, controlliamo quasi tutte le fonti di intrattenimento in ogni quartiere - e, senza di noi, cosa potrebbe fare la maggior parte delle zolle di qui, per divertimento, se non scatenare una guerra e registrarsi a vicenda?

(Dopo questa discussione, caro lettore - anche se "discussione" non è il termine più appropriato, dato che Rathson mi disse di essere semplicemente rimasto seduto in silenzio rapito dalle parole di Montgomery - la factol annunciò che l'intervista era terminata. Rathson rimase alla Sala delle Feste nel tentativo di trovare indizi che gli rivelassero le altre informazioni che avevo richiesto. I frutti dei suoi sforzi sono, ahimè, ormai scomparsi. - L'Editore)

3 commenti:

carlos ha detto...

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carlos ha detto...

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Anonimo ha detto...

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