ATHAR


"Quest'oggi ho incontrato un altro giovane prete che inizia a temere di essersi Perduto. Ho deciso di concedergli udienza, come l'ho concessa a tutti gli altri prima di lui, perchè mi ha fatto pensare alla mia vita nel tempio - sembra essere passata un'eternità, da allora. Gli ho promesso che non avrei detto a nessuno che era stato qui a parlare con me. Sembrava così preoccupato che i suoi superiori potessero scoprire che la sua fede era stata scossa. Non ho avuto cuore di dirgli che, una volta scossa così profondamente, quella stessa fede di un tempo non torna mai più.
Il giovane mi ha posto le domande che pongono tutti quelli che entrano negli Athar. Sembrava dipendere così penosamente dalla speranza che potessi dargli tutte le risposte che cercava. Si chiedeva perchè le potenze sembrassero essere così distanti proprio ora, in un momento così difficile della sua vita. Persino il suo Zeus sembrava solo un'ombra della suprema presenza divina che avvertiva un tempo quando lo pregava. Perchè il tempio del suo dio e i suoi compagni sacerdoti gli ricordavano sempre di più gli uffici e i lacchè che circondano i capi delle fazioni? Perchè le offerte alla sua chiesa gli sembravano così simili alle tasse imposte dai tiranni ai loro sudditi?
Il percorso è sempre lo stesso. Anch'io ebbi questi dubbi striscianti, appena percepibili, prima di aprire gli occhi e comprendere la verità. Il giovane prete sembrava risollevato al pensiero che anch'io conoscevo ciò di cui parlava, e che sicuramente avrei avuto risposte per placare la sua mente inquieta. "Ricordi di quella mattina in cui la finestra della tua stanza non si voleva aprire?", gli ho chiesto. "Hmm? Spingevi e spingevi, ma era incastrata, e non cedeva. E allora cos'hai fatto? Ti sei calmato, hai preso un bel respiro, e hai dato un'ultima spinta. E la finestra si è aperta come se niente fosse, non è così?"
Lui si è limitato ad annuire senza comprendere, non sembrava essere più tranquillo di prima. Di certo, deve aver pensato, un evento così comune non doveva avere chissà quale significato.
"Pensa a quella volta, poco tempo fa, in cui la folla tra cui ti trovavi ti ha spinto giù da quel ponte vicino a Sylvania", ho continuato, "Le tue mani si sono aggrappate al doccione che adornava il bordo, e ti sei ritrovato a pendere dalle corna della statua. Quando hai pregato, hai ottenuto in cambio quella stessa forza con cui hai spalancato la finestra, che hai usato per sollevarti e trarti in salvo sul ponte."
Gli occhi del giovane si sono spalancati, ed è impallidito. La domanda che non mi stava rivolgendo era chiara: come potevo sapere di quello che gli era successo? Certo, il ragazzo non può sapere della portata dell'influenza degli Athar nei piani. Lo stupirebbe sapere che eravamo a conoscenza della sua crisi di fede già da qualche tempo. In effetti, attendevo la sua visita da un paio di settimane, ormai.
Ma non gli ho lasciato il tempo di fare queste domande. Non era ancora pronto ad apprendere certe cose. Ho continuato: "Credimi, quella forza improvvisa che hai sentito scorrere in te in quelle due situazioni proveniva dalla stessa fonte. Zeus non ti ha mai aiutato ad aprire quella finestra, nè ti ha aiutato a salvarti la vita sul ponte. Quella forza era tua, è solo tua."
Alle mie parole si è insospettito, ovviamente. A volte mi chiedo perchè perdo tempo con certe teste di cuoio. Vedono la verità, ce l'hanno sotto il naso - la conoscono, dentro di loro. Ma rifiutano di accettare che ciò attorno a cui hanno costruito tutta la loro vita non è che un'enorme menzogna perpetrata in tutto il multiverso. Vorrei poter dare a queste persone, così piene di domande, la stessa illuminazione improvvisa che provai io un tempo. E invece, sono stato costretto a trovare le parole giuste da dire a questo povero prete spezzato venuto da me, dal factol degli Athar, nella speranza che il mio consiglio potesse rassicurarlo del fatto che gli Athar hanno torto, e che la sua potenza ha ragione. "Ora vorrai sapere se tutti gli dei non sono che bugiardi", ho continuato, e temo di essergli sembrato troppo diretto. "Se davvero sfruttano la fede dei loro adoratori per mantenere la loro influenza sui piani. Purtroppo, non abbiamo prove di questo. Eppure, non ti sembra che qualcosa non torni? Se le potenze fossero davvero divine, perchè avrebbero bisogno di ricchezze? Perchè avrebbero bisogno di fedeli, e preghiere, e sacrifici? Hanno bisogno di seguaci per evitare la morte. Persino il tuo Zeus, sì."
E' stato allora che, esitante, mi ha posto la stessa domanda che tutti chiedono prima di crollare definitivamente: "Non c'è nessun dio, allora?"
Ho provato compassione per questa povera zolla. "Beh, non posso dire con certezza che il Divino non esiste. Chi può dire cosa si trova oltre il velo della nostra limitata coscienza? Quale potrebbe essere l'aspetto, l'essenza, di quel mistero? Forse noi semplici mortali non possiamo saperlo. Ma, ti assicuro, quel Divino ha poco a che vedere con le potenze che brulicano qui nel Grande Anello dei piani."
Ho quasi rischiato di dirgli che, come sacerdote di questa ignota essenza divina, riesco ancora a ricevere in dono incantesimi, esattamente come quelli di un prete delle potenze. Ma è un buio che non rivelo con leggerezza, e non ho voluto influenzare il ragazzo più di quanto non avessi già fatto. La scelta doveva stare a lui.
A quel punto si è congedato, salutandomi educatamente, ma in modo quasi apatico. Certo, cosa potevo aspettarmi? Avevo appena schiacciato la sua ultima, flebile speranza. La sfida più grande, per lui, arriva ora. Di solito, posti di fronte alla verità, queste persone piene di dubbi fanno due cose: tornano al tempio infranto per unirsi agli Athar, o si registrano nel libro dei morti.

...E io credo che questo ragazzo lo rivedremo qui presto."


- dal diario personale di Factol Terrance, degli Athar




Gli Athar sembrano esistere da sempre, come quasi ogni altra fazione, quindi nessun babbo dovrebbe andarsene in giro a chiedere tutto quello che hanno fatto dalla loro nascita ad oggi. Se qualcuno provasse a ricordare tutta la storia della fazione, i capelli di chi lo ascolta sarebbero diventati grigi neanche a metà racconto. Ma alcuni eventi degni di nota meritano di essere raccontati.
La fazione nacque alcuni secoli prima del Gran Sconvolgimento, quando due tagiacci - Dunn e Cyrus - si incontrarono a Sigil, nelle rovine del Tempio Infranto. Il santuario esisteva già allora, ed era già stato distrutto dall'ira della Signora, ma Dunn e Cyrus guardavano quelle macerie da due punti di vista molto diversi. Vedete, Dunn era stato derubato di tutti i suoi averi dal dio Poseidone, geloso delle sue ricchezze. Queste giacevano ora nella tesoreria del tempio del dio del mare, a Sylvania. Sua moglie, circuita dal gran sacerdote, era diventata a sua volta servitrice del culto, e sua figlia era stata cacciata da Arborea da uno dei proxy del dio. Dunn cercava nel Tempio Infranto un modo per uccidere Poseidone, come era accaduto per Aoskar.
Cyrus d'altro canto era guidato da motivi più... filosofici. Anche lui aveva perso tutto ciò che aveva a causa di un dio - Loki - e dei suoi sacerdoti. Ma aveva scoperto di apprezzare quella sua nuova vita, libera da ogni genere attaccamento alla materia. Vagare per il multiverso nei panni di un saggio itinerante gli sembrava preferibile al dover lavorare come contabile per portare avanti l'economia di una modesta casetta in un altrettanto modesto villaggio di Ysgard. Aveva finito per chiedersi perchè una potenza avesse bisogno di sedurre i suoi adoratori con delle ricchezze, e ancora perchè avesse bisogno di essere adorato per mantenersi immortale, se era davvero un dio. Gli esseri divini, se esistevano, dovevano per forza seguire regole diverse da quelle che governano i piani. Sicuramente erano potenti, certo, come lo sono gli dei che popolano il multiverso. Ma quegli esseri dovevano anche possedere meno debolezze - non avrebbero dovuto necessitare della fede e dell'adorazione come un uomo ha bisogno del cibo, e anche in caso contrario avrebbero dovuto aiutare i loro adoratori con i loro poteri divini, e non strappare loro ogni ricchezza duramente guadagnata.
Le cronache degli Athar dicono che Cyrus, perso nei suoi pensieri, avrebbe ignorato completamente la presenza di Dunn se quello, avendolo scambiato per l'ultimo sacerdote di Aoskar sopravvissuto, non l'avesse aggredito. Il risultato di quell'aggressione è noto: un duello di spade, seguito da un duello verbale, seguito da un'alleanza, e la promessa di incontrarsi di nuovo tra le rovine, l'anno seguente, con nuovi racconti di gesta compiute contro i seguaci delle potenze, e forse qualche alleato in più.
Il loro numero crebbe molto lentamente, e per i primi anni di vita gli Athar furono quasi completamente ignorati - ottima cosa, per un gruppo dalle idee così controverse che certo avrebbero potuto attirare le ire di molti. Finchè gli Harmonium, che ai tempi usavano anche la religione per ottenere conformismo e armonia nel multiverso, si scontrarono con le idee degli Athar. Le Testequadre mandarono molte loro pattuglie al Tempio Infranto, per spazzare via la fazione nemica con un attacco diretto al suo quartier generale. Fortunatamente per gli Sfidanti, la Signora del Dolore intervenne presto per sedare il tentativo - le bastò semplicemente spedire in un Labirinto il factor che aveva organizzato l'attacco. Ciononostante, gli Harmonium continuarono la loro guerra contro gli Athar. Quando non potevano intervenire direttamente, portavano le loro dispute davanti a tutte le fazioni nella Sala degli Oratori, cercando l'approvazione dei Giustizieri e dei Predestinati. (Nota dell'Editore: dal punto di vista dei Predestinati le potenze - chiaramente capaci di cavarsela come divinità nel multiverso, piene di ricchezze e adoratori - meritavano di essere considerate ciò che dicevano di essere. E, se gli dei non erano che bugiardi, allora la Morte Rossa avrebbe dovuto intervenire per punire le loro menzogne, cosa impossibile, visto il potere che avrebbero dovuto sfidare: non restava che dar torto agli Athar, o mettere a rischio la propria reputazione.)
I membri dell'Athar si difesero, sia per le strade che nella Sala, ma concentrarono le loro forze sempre soprattutto sul farsi strada nella mente dei cittadini di Sigil. Una delle iniziative più degne di nota - organizzata sfruttando un miracoloso picco temporaneo di influenza politica e risorse materiali - fu una visita guidata al Tempio Infranto, aperta a tutti coloro che volessero partecipare. La visita terminava con l'attraversamento di un portale per il Piano Astrale, dove fluttuavano i corpi senza vita di ben sei potenze differenti! Molti vissero la cosa come un semplice spettacolo, ma solo pochi abbandonarono la fede nel proprio dio. Dopo tutto, Zeus (o Annam, o Loki, o Ra) avevano di sicuro più potere dei cadaveri mostrati dagli Sfidanti, e quindi, dal punto di vista dei loro adoratori, non sarebbero certo potuti morire. Le visite dovettero terminare per mancanza di risultati.
Allora, i Perduti passarono alla pubblicazione di brani di propaganda anonima scritti per "provare" che gli dei erano dei bugiardi attraverso il ragionamento logico, la derisione, o storie di persone ingannate dalle potenze. Questa propaganda compare ancora oggi per le strade della gabbia, di tanto in tanto.
Dopo gli Harmonium, furono i Credenti della Fonte a creare alcuni problemi agli Athar. I Divini iniziarono a erigere piccoli santuari in onore dei loro membri più prestigiosi. Anche se inizialmente questi tempietti si trovavano solo nella zona della Grande Fonderia, pian piano iniziarono ad esserne costruiti anche nei dintorni del Tempio Infranto. L'invasione da parte dei Divini del territorio fisico e ideale dei Perduti non fu accolta con piacere.
Gli Athar risposero istruendo alcuni loro membri perchè attendessero a ogni altare e si avvicinassero a ogni potenziale adoratore. La prima tattica? Distrazione. gli Sfidanti tentavano di distrarre il nuovo arrivato convincendolo del fatto che forse aveva affari più urgenti altrove, magari dandogli qualche "notizia" circa un vecchio amico appena tornato a Sigil. Se la distrazione falliva, passavano alla persuasione diretta, parlando di come fosse follia adorare dei mortali come fossero potenze. Solo se anche la persuasione falliva erano autorizzati ad intervenire con la violenza. Gli Athar divennero così bravi nell'allontanare ogni potenziale adoratore, che i Divini si trovarono costretti a rimuovere ogni santuario, dato che il costo per mantenerli era diventato proibitivo, senza più offerte di denaro; negli anni successivi fortunatamente queste ostilità furono dimenticate, e le similitudini tra le filosofie delle due fazioni le portarono infine ad allearsi.
Sotto la guida di Factol Terrance, gli Athar combattono oggi una guerra in gran parte filosofica. Sono sempre allerta per evitare attacchi da altre fazioni, e possono organizzare strategie difensive molto velocemente. Fortunatamente la maggior parte delle loro battaglie vengono combattute con montagne di carta, galloni d'inchiostro, e armate di scribi e copisti.
Altre battaglie più sottili vengono combattute da agenti che raccolgono informazioni circa le entrate e le offerte alle tesorerie dei templi di tutte le potenze. Da dove viene tutta quella grana? Come la ottengono i chierici? Quanta ne conservano effettivamente, quanta viene spesa, e per cosa? Gli Athar incaricati raccolgono tutti questi dati e li riuniscono, spesso mettendo in luce questioni piuttosto imbarazzanti circa la spesa dei fondi di ogni tempio. Parti di queste informazioni vengono sfruttate per rendere più convincente la propaganda anonima, ma Terrance ha in mente di usarle per motivi più destabilizzanti: una volta che gli Athar avranno ben chiaro da dove provengono le ricchezze di ogni tempio, potranno deviarle alle loro tesorerie con una certa facilità. Il Factol crede che l'improvvisa ondata di povertà nei templi porterà molti sacerdoti e sacerdotesse a volgere altrove le loro speranze. Certo, gli dei si troveranno improvvisamente con dei greggi molto ridotti. Un peccato.

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